venerdì 31 agosto 2007

Ricominciamo

Eh sì, dopo un mese da ritmo "controllato"; dopo avere trovato nuove splendide scuse per un doppio bogie o per un birdie mancato...nell'ordine, moscerino, caldo, umidità, addirittura il colore del cielo della località di villeggiatura differente da quello di casa (!?!); dopo un PGA Championship vinto alla grande da un giustamente grande Tiger e del suo bilancio 2007 ci sarà modo di parlarne nel prossimo futuro; dopo tutto questo si può tranquillamente dire che è arrivata l'ora di ricominciare.

Ricominciare a lavorare certo, ma soprattutto dopo la pausa estiva, ricominciare a giocare nel nostro buon vecchio circolo di casa!

Insomma, chi ha potuto ha girovagato, Spagna, Portogallo, Francia, Americhe, Regno Unito, ma volete mettere ricominciare a macinare buche sul "proprio" percorso di casa, riprendere in mano il libretto delle gare, rimettersi a pensare che in fondo basterebbe una vittoria per chiudere fra i primi la classifica dello score d'oro e che forse siamo ancora in corsa per quella finale all'estero...

Sì, è vero che l'estate è il mese più caldo dal punto di vista atmosferico, ma settembre e ottobre sono mesi quasi bollenti dal punto di vista dell'agonismo golfistico! Prima che il fango ed il freddo comincino a disturbare lo swing, prima di poter dire "e ma questo con i green estivi entrava!" e dopo aver sperimentato quanto sia difficile fare punteggio su di un campo che non si conosce, ecco che l'occasione per qualche memorabile giornata corroborati dal un aria più fresca.

E poi da non dimenticare che esteticamente il golf in autunno è fantastico! Ma avete presente cosa diventano alcuni campi nostrani, quando le foglie cambiano colore, quando il sole cala più in fretta e si accorciano le giornate e si può giocare con quella splendida sensazione di tramonto imminente?

E' magnifico. Semplicemente magnifico.

Per quanto ci riguarda, noi di Polos, dopo qualche settimana di pausa, siamo pronti per offrire a tutti i nostri amici e clienti il massimo delle novità che arriveranno da tutto il mondo.

In questo blog non facciamo pubblicità (bè un pochino sì, ma perchè ci crediamo) non ve n'è bisogno. Ma accettate un consiglio. Se passate da Roma o Milano, o se siete in uno dei golf nei quali è presente un pro-shop Polos, passate a trovarci e provate con mano cosa sia la passione di Polos per i suoi clienti.

Vedrete come i nostri collaboratori sapranno rendere il vostro autunno sul green ancora più speciale.

Come sempre attendo commenti e critiche, se necessario. A prestissimo!

domenica 22 luglio 2007

L'incompiuta


Scrivo questo blog un po' di getto, pochi minuti dopo la fine di questa entusiasmante 136esima edizione dell'Open Championship. Bello, bellissimo, come e più di sempre!
Sembrava tutto pronto e scritto per un apoteosi spagnola: il grande Seve Ballesteros che a poche ore dall'inizio del torneo annuncia il suo ritiro là dove aveva trionfato per la prima volta, Miguel Angel Jimenez che si piazza da subito nel gruppetto dei migliori e tira fuori dal cilindro alcuni colpi da cineteca e soprattutto un Sergio Garcia che finalmente libero dell'ombra di Tiger Woods sembrava avviato a conquistare il suo primo major, proprio in quella Scozia che tanto lo ama, in quell'Europa della quale porta i colori ogni due anni.
Invece è stata una favolosa, emzionante incompiuta!
Sì perchè dopo tre giorni tutto sommato dominati, mentre Tiger annaspava alla ricerca di un gioco, mentre gli americani affondavano fra le pieghe di questo perfetto link, mentre le certezze e le speranze di tanti contender si accavallavano fra le buche, Garcia non sembrava cedere a quelle insicurezze che lo attanagliavano da mesi, stretto alla sua coperta di Linus dalla forma di belly putt targato Taylor Made.
Invece nel quarto giro, come da programma all'Open Championship e soprattutto in quest'angolo della contea di Angus, tutto è cambiato: Garcia è partito fortissimo e poi è inesorabilemnte calato, un grandioso Andres Romero ha dovuto prendere due mazzate sotto forma di doppio bogie prima di cedere il primo posto, dimostrando comunque un talento prezioso e tutto da sviluppare, ma soprattutto è salita alla ribalta la faccia da bravo figliolo, gli occhi spiritati del figlio d'Irlanda Padraig Harrington. Il suo gioco è stato, secondo me, di un abellezza assoluta fino a quando....fino al rieccheggio del fantasma di Van der Velde! Ma come? Ancora? Ancora un doppio bogie alla diciotto per perdere un open quasi vinto?
No, Stavolta alla spavalderia francese, si è sostituita 8 anni dopo, la cocciutaggine dell'Isola di Smeraldo: Harrington ha sopportato due voli in acqua ha chiuso con un sei che unito al 5 di Garcia li ha portati al meritato play-off e lì non ha più mollato la presa aiutato da un paio di putt malandrini dell'iberico che hanno solo baciato la sponda della buca, quando avrebbero potuto entrarvi.
Alla fine è stato bello così, con l'abbraccio al figlio Patrick, con la bandiera tricolore con l'emozione comunque di un nuovo major winner europeo!
Lo ammetto, pomeriggi come questo mi fanno dimenticare che mentre questi fortunati si stavano giocando il torneo più importante del mondo (anche se sotto la pioggia, chi se ne importa) io mi son dovuto limitare a passare l'aspirapolvere in salotto mentre non riuscivo a staccare gli occhi delle linee dei putt...

lunedì 9 luglio 2007

Golf e vacanze


E' passata qualche settimana dalla straordinaria cavalcata di Cabrera in terra statunitense e mentre altri tornei dell'European Tour ci fanno sognare ogni fine settimana lidi e green lontani, si avvicina il momento di scegliere dove passare le meritate vacanze.

Si avvicina...parole grosse...se avete una moglie pari alla mia, la scelta dovrebbe essere già stata fatta da aprile, ma tant'è, poniamoci davanti in situazione ipotetica: il lavoro ci permette di scegliere dove andare, il portafogli ci asseconda, la consorte pure...e allore che fare?

Bé, secondo le statistiche i golfisti sono fra gli atleti che maggiormente cercano di unire la propria passione con le mete di vacanza e dunque le possibilità sono davvero infinite.

In Europa la prima meta che viene in mente è la Scozia, la patria del golf. Certo a tutt'oggi nei dintorni di Carnoustie, che fra due settimane sarà sede di Open Championship, trovare una camera in Bed & Breakfast ad un prezzo umano è considerato impresa davvero irraggiungibile, ci sono però talmente tante possibilità di interesse nella terra che fu di William Wallace, dal Fife alle Highlands, dalla Regione di Perth a Lochness, che ovunque andiate troverete gente simpatica, grandi campi da golf e questa è la miglior sorpresa...ottimo cibo!

Se il clima che cambia 7 volte al giorno non è di vostro gradimento e volete rimanere a latitudini più latine, ecco che la Spagna potrebbe essere la vostra scelta. In Andalusia, quello che un paio di decadi fa era solo terra brulla buona per girare spaghetti western, oggi è un paradiso per golfisti: anche qui una scelta vastissima di possibilità, green fee per ogni tasca (in particolare se non temete il sole a picco o se non disdegnate una partita al tramonto, esperienza comunque da provare) e relativamente poca distanza dall'italica terra natìa. Severiano Ballesteros ha disegnato parecchi campi nei pressi di Malaga e onestamente quando ho avuto la fortuna di provarli posso dire di averli trovati magnifici, anche se non si trattava del celeberrimo club di Valderrama.

Infine la terza via è quella degli amanti del trekking. Insomma, passeggiate, picnic, fiacche e dolori plantari assortiti!

Se fra una scalata e l'altra vi piacesse anche tirar palline verso gli splendidi panorami alpini, l'Alto Adige e la vicina Carinzia austriaca offrono davvero ottime possibilità di svago e una varietà di scelta che è davvero più ricca di quanto si possa aspettare.

Queste sono solo alcune delle mete che l'Europa offre ai golfisti vacanzieri...vi viene in mente qualche alternativa? Speditemela e vediamo se agli appassionati in linea possono far comodo anche i vostri suggerimenti!

mercoledì 20 giugno 2007

La papera, la tigre e l'aquila


Non si tratta di una barzelletta e nemmeno di un sogno, anche se lo scenario era una notte fonda...si tratta di una splendida realtà: il grande Angel Cabrera è US Open Champion 2007!

Ora, non fraintendetemi, lo posso dire apertamente: il sottoscritto domenica notte tifava per Tiger Woods. Ci speravo, lo ammetto, nell'ennesimo recupero all'ultima buca, dopo aver perso almeno 4 opportunità d'oro nelle buche precedenti, ci speravo che il numero 1 del mondo trovasse il modo di fare un birdie nella buca più improbabile e al play-off (allo Us Open, lo sapete, il play-off si gioca sulle 18 buche il giorno seguente) sarebbe stata un'altra storia!

Ma a conti fatti, sarebbe stato giusto?

Insomma, Tiger il giorno dopo doveva andare ad assitere alla nascita della primogenita Sam Alexis (congratulazioni ai neo genitori e se la figlia cresce come mammina....siamo messi piuttosto bene) in fondo anche due secondi posti su due major giocati quest'anno non sono proprio uno schifo, ma soprattutto diciamolo: Cabrera su quel primo gradino del podio ci sta dannatamente bene!

Innanzitutto sta meglio e credo di non poter essere davvero smentito, dell'aquilotto Furyk, che nonostante sia un grandioso giocatore di golf, nonostante gli americani credessero in lui fino a riservagli un tifo da stadio, ha un'espressione odiosa, che ci riporta alla mente le scene di giubilo degli statunitensi dopo l'ultima e lontana (siamo al 1999) vittoria in Ryder Cup.

In secondo luogo Cabrera, nonostante sia un giocatore di lunghezza straordinaria, nonostante sia uomo di eccezionale intelligenza ed educazione sportiva, porta anche in sé le stimmate del golfista della domenica: non è un figurino e anzi sembra apprezzare il buon cibo ed il buon vino, fuma, lancia strali senza grande interesse al fatto che siano o meno telegenici, conosce bene il fatto che il golf è sempre e comunque uno sport di alti e bassi, che vanno accettati per poter poi risalire (lui ci riesce, molti altri no) e soprattutto è lontano nel modo di approcciarsi al gioco, alla scuola che vuole i professionisti come perfetti robot che sanno fare un solo movimento in modo perfetto: Cabrera è un giocoliere della palla vecchio stampo, un latino che al pubblico davanti al televisore fa tanto Italia...insomma assomiglia un po' a Rocca... e fa sembrare alla portata di tutti quel modo di drivare strepitoso che si ritrova!
Congratulazioni signor "Papero Us Open Champion", non hai domato Oakmont, il campo che resta il vero vincitore del torneo avendo battutto di almeno 5 colpi tutti i giocatori in gara, ma hai trovato davvero il modo di farti amare dallo sterminato pubblico dei golfisti qualunque!


venerdì 8 giugno 2007

Questione di feeling...o di testa?


Devo dire che sono rimasto indeciso fino all'ultimo prima di scrivere questo post. Due erano infatti gli argomenti che mi stava a cuore toccare questa settimana: la prima vittoria di Costantino Rocca nel senior tour e un un argomento un po' più pratico, la scelta del bastone da parte di noi dilettanti. Ma alla fine ho scoperto che la cosa non escludeva l'altra.

Fare i complimenti da concittadino al grande Costantino infatti, mi permette di cogliere la palla al balzo e domandarmi, ma davvero i senior devono acquistare i propri bastoni utilizzando criteri differenti da quelli dei giocatori "Under 50"?

In definitiva: un bastone si sceglie con la testa o con i sensi?

Per Rocca il discorso è differente, è chiaro: senior o no, si tratta a tutt'oggi di uno dei migliori giocatori di ferri puri del mondo. Chi ha avuto la possibilità di vederlo anche solo praticare dal vivo, potrà testimoniare come il suo swing sia davvero un concentrato di morbidezza e precisione che potrebbe spedire una palla in bandiera anche usando un battipanni, ma certamente non per tutti la situazione è la stessa.

Proprio domenica scorsa al Golf Villa Paradiso di Trezzo d'Adda si è svolta un giornata di test della Callaway. Fra i numerosi soci che hanno deciso di provare il materiale di questa marca universalmente conosciuta, la maggior parte (almeno nelle ore durante le quali anch'io stavo praticando) era in età per essere senior o quasi e una delle domande ricorrenti era quella che riguardava il grado di rigidità dello shaft e la forma della testa.

Ho anche avuto modo di convesare per qualche minuto con un socio del golf, che mi ha spiegato di essere un handicap 24, di aver acquistato dei bastoni perimetrali in grafite firm ma che alla prova del campo le sue sensazioni gli facevano privilegiare dei bastoni apparentemente inadatti: dei ferri forgiati in acciaio stiff!

E allora la domanda si pone: cosa di deve privilegiare nella scelta del bastone, per un senior o per un giocatore più giovane, la sensazione, il feeling, magari condizionata dall'estetica del bastone o piuttosto le indicazioni più tecniche delle case produttrici?

Bé, se devo dire la verità io parto dal presupposto che non esiste un golfista uguale ad un altro. Non esiste la "categoria dei cinquantenni", sarebbe troppo facile: ciò che si è fatto nei 49 anni precedenti a questa soglia è troppo rilevante e ogni fisico ha subito esperienze e sollecitazioni troppo diverse e così anche a 30, 40 e 45 anni!

Il golf è un gioco di testa perchè i sensi contano tantissimo e allora perchè non essere romantici e pensare che il bastone giusto per noi è quello che ci da più fiducia anche sono nel guardarlo, nel sentirne il rumore quando attraversa un ciuffo d'erba o quando si immerge nella sabbia di un bunker?

Certo, per quanto riguarda la canna più adatta al nostro movimento forse sarà meglio affidarci al nostro commesso di fiducia (e magari avere l'umiltà di riconoscere che anche con un bastone un po' più morbido, non perderemo l'occasione di qualificarci per lo US Open) ma per il modello potrebbe essere bello lasciare che sia il cuore a guidarci, cosa che potrebbe renderci golfisti tutti un po' più divertiti e sereni, se non proprio più precisi...




venerdì 1 giugno 2007

Quanto sei bella Roma...


No, non mi riferisco alla canzone di Venditti (che poi sarebbe Roma Capoccia), il riferimento del titolo di cui sopra è diretto proprio alla città ed in particolare all'ispirazione che mi ha fatto nascere un amico golfista neofita che abita proprio nella capitale.
Un paio di giorni fa i siamo sentiti via E-mail come capita spesso da qualche tempo a questa parte: dovete sapere che su di lui ho fatto azione di proselitismo e in pochi mesi ho trasformato un amante esclusivo del tennis in un neo-golfista desideroso di prendere a mazzate qualunque cosa!
Ma torniamo a noi, dicevo che ci siamo sentiti e mi diceva quanto gli fosse piaciuto andare a vedere l'Open d'Italia femminile. Come la stragrande maggioranza dei golfisti maschi infatti, anche lui partiva dall'errato presupposto che il golf delle ragazze non fosse uno spettacolo degno di nota, se non estetica.
Invece questo ex patito di John McEnroe e di Henry Leconte mi ha intrattenuto per una serata intera raccontandomi come il golf delle proette fosse molto più semplice, capibile e imitabile per i dilettanti di quello dei colleghi uomini!
Al di là del fatto che le nostre ragazze hanno giocato un gran torneo e che sono delle figliole sopra la media (vedi la dolce Stefania Croce), lo ha davvero impressionato come il loro swing morbido fosse molto più "didattico" da vedere e che osservando il loro gioco nello splendido percorso dello Sheraton Parco de' Medici avesse già trovato dei riferimenti assolutamente utilizzabili per la prima occasione nella quale avrebbe potuto provarlo!
Ieri mi ha richiamato: era stato 3 ore nel punto vendita Polos di Via Donatello per provare almeno 6 tipi di putt nuovo e non so quanti wedge e credo che le nostre commesse abbiano dovuto sudare le proverbiali 7 camicie per stargli dietro.
Credo proprio che l'Open d'Italia abbia fatto benissimo al golf romano e il mio amico ne è solo una piccola dimostrazione: una manifestazione del genere non può che avvicinare tanti e tanti nuovi appassionati a questo sport e Roma sta davvero rivaleggiando con Milano in quanto a possibilità di avvicinamento! Vedremo quale città riuscirà a far partire per prima i progetti di campo pubblico già approvati. Attendo nuove da golfisti di Roma e di Milano: voi per chi votate?

giovedì 24 maggio 2007

Gare a squadre che passione

Se qualcuno di voi ha avuto modo di seguire le news inserite nel sito di Polos questa settimana, oltre alla pubblicità inserita nella Gazzetta dello Sport, avrà notato che l'ultima novità arriva dallo svolgimento della tappa di Torino, in quello che una volta si chiamava Golf I Roveri ed oggi è semplicemente il Royal Park Golf, della Coppa Polos.
Al di là del fatto che la mia squadra è arrivata quint'ultima e che non sono nemmeno riuscito a farmi fare l'autografo da Nedved che giocava nel team subito dopo il mio (complimenti per l'eagle caro Pavel), quello che mi ha davvero impressionato è un tema nel quale la stragrande maggioranza dei giocatori presenti era d'accordo: nei calendari strapieni dei circoli italiani, mancano all'appello le gare a squadre!
Ora, la gara di Polos ha una formula particolare, la Pro-am, nella quale il team da 4 giocatori deve segnare almeno due risultati per buca, tre alla 9 e tutti e 4 alla diciotto. E' una formula inconsueta e divertentissima, che certamente costringe ad un po' di organizzazione in più i giocatori: non basta iscriversi e aspettare di sapere l'ora di partenza, bisogna mettersi d'accordo con almeno 3 amici e cercare di avere un po' di tattica in campo.
Ma ci sarebbero tante altre valide possibilità: greensome, foursome, gare alla bandiera, contro par; invece vedo che i calendari sono pieni di gare stableford, che permettono di raccogliere molti iscritti velocizzando il gioco (in teoria) a scapito delle gare medal e naturalmente delle formule sovracitate.
Sarà una scelta dei circoli? Degli sponsor?
Per quanto mi riguarda, Polos ha "trovato" questa formula ormai da anni e non sembra che le iscrizioni calino, anzi, grazie a questo modo di giocare i golfisti possono realmente collaborare fra loro, consigliarsi e quindi fare qualche cosa in più che pensare solamente al proprio gioco per il 100% del tempo e a Torino erano in 160 a pensarla così, tanti quanti erano gli iscritti alla gara.
Non mi sembra che inserire gare lousiana solamente nelle settimane "buche" dell'anno, quelle dove si giocano gare di riempimento favorisca l'abitudine a destreggiarsi con metodi di gioco e quindi situazioni agonistiche più "fantasiose". In fondo la Ryder Cup, tanto per fare un esempio poco impegnativo, è bellissima anche per la varietà di formule di gioco che mette in campo: se si giocassero solo i singoli, la poesia se ne andrebbe a qual paese...ma questa è solo un mia opinione: aspetto le vostre!

mercoledì 16 maggio 2007

Prima di cominciare, scaldiamoci un po'....

E' sempre difficile scrivere il primo pezzo, la prima frase di un articolo.
Figuriamoci se si tratta di un progetto come questo, ovvero un blog informativo sviluppato e creato da un negozio di articoli sportivi.
Al mondo le statistiche indicano che nasce un nuovo blog ogni 1,4 secondi: di questi circa il 50% viene abbandonato entro il primo anno, per mancanza di interesse, di constanza o semplicemente perchè l'autore ha deciso di passare ad altro.
Nonostante questo, non mi risulta che molti negozi in Italia avessero pensato uno spazio informativo di questo tipo. Uno spazio fatto non per vendere: per fare quello ci sono i punti vendita (la fotografia che vedete in basso rappresenta il cuore del punto vendita di Milano), c'è il negozio virtuale in E-bay, fra poche settimane nascerà anche un sito di E-commerce vero e proprio; bensì uno spazio per dare qualche spunto di discussione ai tanti clienti, amici, curiosi che conoscono o che vogliono conoscere Polos come un negozio serio e preparato, un negozio fatto da patiti veri del golf e rivolto a persone che condividono questa genuina passione.
Intendiamoci, il sottoscritto è l'ultimo arrivato in questa società, ma sono rimasto colpito dall'affetto e la competenza dimostrata dal pubblico verso Giampaolo Ponzone, fondatore del negozio e verso gli altri componenti dello staff di Polos anche durante l'ultimo Open d'Italia: in quattro giorni lo stand di Polos è stato realmente meta di un flusso continuo di persone che si sono avvicinate per fare un acquisto e non solo, in tanti si sono fermati per raccogliere un'informazione, lasciare un'opinione, un saluto.
Da oggi questo blog è lo stand virtuale di Polos, si parlerà di golf, di attrezzatura, di gare. Sperando di poter ascoltare tante voci e di poter avvicinare a Polos tanti nuovi amici.
Come si dice, buon gioco allora.
Marco Menghini