venerdì 21 marzo 2008

Il dinamico duo

Questo post nasce in ritardo.
Doveva essere inserito in questo blog qualche settimana fa ma l'attualità, il grande lavoro di rinnovamente che Polos sta portando avanti sul sito di vendita in E-bay, le prestazioni di Tiger assortite (anche ieri sera bogie finale a parte avrebbe potuto uccidere subito la gara al Doral), ne hanno tolto il tempo...o forse il coraggio.
Già, perchè da qualche settimana, i tanti clienti di Polos entrando nel negozio di Milano non trovano più due figure davvero familiari ad attenderli.
Sì, da qualche settimana è giunto il momento del ritiro "agonistico", leggi pensione, per i due storici e grandi collaboratori: Giulio e Biagio.
Per chi, come il sottoscritto, ha conosciuto negli anni novanta la realtà di Polos, si è trattato di un piccolo trauma: entrare nel negozio di Corso Monforte e scambiare due chiacchiere sul golf con Giulio o stringere la mano a Biagio con quel mix di cortesia e fermezza che solo lui sa dare, erano diventati piccoli riti, dei marchi di fabbrica se vogliamo.
Intendiamoci, non stiamo scrivendo l'elogio funebre di nessuno, auguriamo per tanti anni a venire ad entrambi un bel po' di ottimi auspici, ma certo cambiare è sempre strano.
La competenza e la passione con la quale hanno sempre trattato i clienti, indipendentemente dalla spesa, dall'handicap, dal tempo a disposizione, sono sempre stati esemplari. Il grande giornalista Mascadri li avrebbe certamente etichettati come due "golfisti gentleman", due golfisti prima che due grandi venditori.
Non è raro il caso di clienti che hanno pronunciato spassionatamente la fatidica frase...ma tu cosa mi consigli?...bé, state certi che raramente quella persona è tornata sui suoi passi insoddifatta!
Insomma, senza perdersi in ulteriori sdilinquimenti, questo post è solo un piccolo omaggio, mio in particolare e di Polos, a due ottime persone e due buoni amici, ai quali vanno tanti ringraziamenti per aver sempre messo la propria professionalità al servizio di un idea, quella di Polos e al servizio di tanti sportivi.
Ora la fiaccola è passata di mano, ad affiancare l'omnipresente Giampaolo Ponzone nel negozio di Milano, fra le tante accanite collaboratrici, ci sono due giovani puledri di razza: Simone e Francesco!
Di loro parleremo nelle prossime settimane, ma già in questi giorni posso solo dirvi che in tanti a Milano hanno già imparato a conoscerli e a fidarsi dei loro consigli...Biagio e Giulio, stati sereni, la tradizione continua!

lunedì 3 marzo 2008

tesseramento e gare

Dopo aver parlato per qualche volta del golf dei grandi, dei pro, la domenica di tempo insolitamente primaverile (estivo per qualcuno) almeno al nord, mi ha fatto riflettere sugli effetti che in questo primo anno di sperimentazione ha portato il tesseramento libero.
Ieri infatti in tanti circoli della Lombardia, cominciava il primo mese di gare caratterizzate da sponsorizzazioni molto importanti, dopo le prime uscite di prova o le gare di circolo che le segreteria avevano messo in calendario per far scaldare un po' i propri soci.
L'atmosfera, per quanto ho potuto vedere, mi è sembrata ottima: tanta gente sin da subito, tante sacche lucide eredità probabilmente dei regali natalizi, qualche driver nuovo pronto per colpire e tanta, tanta voglia di giocare e di confrontarsi.
Quello che mi ha impressionato è stato il numero di giocatori, tantissimi sin dalla prima uscita. Questo mi ha portato ad una domanda: erano tutti soci nuovi? Quanti dei nuovi avevano cominciato da poco, usufruendo del tesseramento libero?
La segreteria mi è giunta in soccorso e le impressioni che ho raccolto mi hanno stupito.
Alcuni membri della commissione sportiva mi hanno confermato che effettivamente il numero dei golfisti che richiede ai circoli di potersi iscrivere ad una gara domenicale di uno dei "grandi" golf lombardi, ad esempio (ma il trend sembra essere lo stesso anche in altre regioni ad alta densità golfistica) è decisamente aumentato nel corso degli ultimi 12 / 16 mesi. Questo perché è aumentato sia il numero di golfisti tesserati (in pochi anni da 60.000 a quasi 100.000) sia il numero dei golfisti iscritti a campi pratica.
Fin qui nulla di strano, anzi meglio: più golfisti, più soci, più golf.
La parte che mi ha lasciato un po' di amaro in bocca è quanto ho appreso dopo: a seguito di questo aumento, non supportato da un proporzionale aumento di campi e strutture, i golf stanno adottando una politica protezionista, favorendo, come peraltro appare comprensibile, sempre più i propri tanti soci.
La conseguenza è che pare stia diventando sempre più difficile per un golfista trovare posto in gara fuori dalle mura del proprio circolo.
Voi direte, va bene si giocherà fuori gara. Eh no! Perché a condizione di non avere la possibilità di giocare durante la settimana, il sabato e la domenica ormai sono quasi sempre dedicati in entrambi i casi a giornate di gara in gran parte dei circoli.
Morale, l'aumento dei golfisti e la diffusione del golf stanno producendo come conseguenza il restringimento delle possibilità di giocare! (almeno fuori dal circolo d'appartenenza)
Un paradosso che va a cozzare con uno dei cardini del fascino del golf, quello di poter scoprire sempre nuovi circoli e nuovi percorsi sui quali mettersi alla prova.   
Mi piacerebbe davvero sapere se anche voi avete avuto medesime impressioni oppure se si è trattato solamente di un mio errato convincimento...fatemi sapere!

martedì 12 febbraio 2008

Sudditanza psicologica


S'è fatto un gran parlare questa settimana, come peraltro ogni settimana da anni a questa parte, della sudditanza psicologica che gli arbitri del nostro calcio vivrebbero verso le squadre più forti o comunque, verso la capolista di turno.

Quello che fa specie è che i tifosi di calcio italiani viono questa situazione come fosse uno scandalo o una caratteristica assolutamente limitata al proprio orticello.

Da sempre invece lo sport professionistico, soprattutto di altissimo livello, ha concesso per motivi più o meno chiari, ai campioni di turno questa sorta di vantaggio, questo "giocare in casa".

In alcuni sport è un rituale; nella boxe ad esempio è frequente il ritornello che impone allo sfidante di battere il campione per atterramento, vista l'abitudine dei giudici di favorire il detentore nel computo dei punti. In altri è una regola codificata: in America's Cup di vela, le regole per l'edizione successiva le scrive il sindacato detentore... e nel golf... bé nel golf lo si vede ogni settimana.

Normalmente è difficile concedere la propria sudditanza ad un campo verde, essendo questo il vero avversario del golfista (capita anche questo...), ma se chi ti precede nel leaderboard è un signore vestito di rosso (solo nel giro finale) e ha la pelle scurettina e non per abbronzatura, allora la sudditanza viene fuori eccome!

Lo avevamo già accennato in occasione della vittoria nel Dubai: gli avversari storici di Tiger (spero si fosse capito che il signore rosso vestito era lui), ormai lo vivono davvero male, a tal punto da poter ipotizzare davevro una sudditanza.

Perchè Els esprime il proprio gioco in assenza del nostro? Perchè Mickelson vince soprattutto quando può girare con un comodo cuscino di 4 / 5 colpi di vantaggio rispetto a Woods?

Fa davvero impressione vedere come ottimi giocatori comincino a dimostrare un body language balbettante, al solo pensiero di un confronto con il numero 1 del mondo!

Non a caso nel 2007 i giocatori che hanno battuto Woods in confronti diretti in prove dello Slam siano giocatori atipici, gente non abituata ai massimi palcoscenici e quindi dotata di una certa dose di incoscienza (Zach Johnson), oppure campioni cresciuti in ambienti molto lontani da quello del Tour made in U.S.A. (Angel Cabrera). Per il resto solo briciole!

Quindi stagione finita pure quest'anno? Staremo a vedere; la speranza è quella di vedere ancora del grande golf, che venga espresso da Tiger Woods o da altri, in più questo è anno di Ryder Cup e anche quella è tutto un altro discorso...

giovedì 7 febbraio 2008

ANCORA...


Ma che tristezza... scusate ma mi prendo qualche riga per annotare l'ennesima caduta di disinformazione che i telegiornali nazionali (questa volta è toccato al TG2 delle 13 di oggi) dedicano al golf.
Il tema è quello che potremmo riassumere con la frase "nero è bello", un servizio che prende spunto dal crescente successo di Barack Obama nelle primarie per la corsa al posto di sfidante democratico per la Casa Bianca.
Tanto per non usare retorica, si ricorda quanto il coloro nero sia oggi trendy: cinema, musica, Formula 1, basket e perchè no, anche il golf. Tiger viene additato come un campione famoso (un ragazzo di colore che spodesta un modo bianco) per il colore della sua pelle prima che per le sue qualità tecniche. Al di là del razzismo al contrario strisciante nel servizio, spiace ancora sentir parlare del golf come un club chiuso, uno sport d'élite nel quale Tiger trova posto come semplice alfiere di una razza.
Luoghi comuni, frasi fatte che dimenticano come il numero 1 al mondo sia un miscuglio di tante etnie e soprattutto un campionissimo indipendentemente dal colore della pelle. In questo gli americani sono più aridi ma più onesti; l'unico colore che conta a certi livelli è il verde dei dollari, così è tutto più semplice. 
  

martedì 5 febbraio 2008

Impressionante


Dopo un'altra giornata di golf ottima dal punto di vista climatico (ha ragione Mel Gibson aka William Wallace: se non piove storto non si può definire nemmeno brutto tempo!), domenica sera ho cominciato a pensare all'argomento del successivo argomento di questo blog. Insomma si fa di tutto piuttosto che pensare al lavoro che ti attende l'indomani!
Le scelte erano parecchie: al Golf di Villa Paradiso si è verificato un furto con scasso: perchè non parlare dell'avventatezza dei ladri che si sono fregati scarpe e magliette e si son lasciati indietro un notevole ben del Signore in ferri, pitch e Driver?!? 
Perchè non parlare del terrore che dilaga fra i golfisti: quello di possedere un driver non omologato e quindi dover incorrere nella tragedia di doverlo cambiare? Dico io, che problema c'è? Polos è lì apposta...
Pubblicità subliminali a parte (della questione avremo modo di riparlare), le mie elucubrazioni di sono interrotte bruscamente quando gli occhi ed il cervello sono stati attirati dalla replica dell'ultimo giro del Dubai Desert Classic, snobbato durante il giorno a favore di un giro nel freddo di Trezzo d'Adda.
Proprio quando pensavo che il gioco fuori gara fosse più bello, sincero e appagante del clima da gara, ecco che l'assassino è tornato sul luogo del delitto. Sì, Tiger ha colpito ancora.
Il numero 1 del mondo ha preso una tranquilla domenica nel deserto, l'ha rimodellata nel proprio teatro personale e ha trasformato il quarto giro del suo secondo torneo dell'anno in un giro fantastico, uno spettacolo di grinta, concentrazione e classe impressionante!
E' vero, gli avversari ancora una volta si sono messi in fila con tanto di biglietto per accaparrarsi il ruolo di agnello sacrificale, per inciso Ernie Els dopo il colpo in acqua sembrava Ronaldo dopo la ormai nota partita del 5 maggio contro la Lazio, ma quello che Tiger ha saputo fare è stato magnifico in senso sportivo e agonistico.
Si è preso i soldi degli sponsor arabi, ha giocato un primo giro ottimo, è sembrato buttare alle ortiche il tutto con due giri "normali" e poi proprio nella giornata più importante ha dato spettacolo, onorando i soldi (tanti) che si mette in tasca ogni volta che si iscrive ad una gara, onorando il proprio status di fenomeno, onorando il suo pubblico che in fondo non vuole un gentile e amichevole giocherellone, cosa che il nostro non sarà mai, ma un mostro di concentrazione, cattiveria e classe che ha saputo infilare due birdie di livello assoluto prima dal punto di vista mentale e poi tecnico, proprio alla 17 e alla 18 di una gara sostanzialmente quasi persa e che ha lasciato il campo con lo sguardo che diceva: il mio l'ho fatto, ora provatevi a far meglio.
Sono convintissimo che in momenti come questi il golf possa essere, anche per gli spettatori, uno degli sport in assoluto più belli da vivere: in fondo Tiger è anche questo, il miglior spot vivente per il golf a tutte le latitudini. Lui il suo lo ha fatto, domenica prossima provate tutti a fare il vostro!

lunedì 28 gennaio 2008

Andiam, andiam, andiamo a lavorar...

Approfittando della bellissima giornata di ieri, tanti golfisti hanno dichiarato ufficialmente finita la stagione del letargo invernale e si sono rimessi al lavoro in in campo.
Che bella sensazione, che magnifica atmosfera e...che flappe! 
Certo, bravi o meno bravi; prima, seconda o terza categoria, tutti dobbiamo passare sotto la spada di Damocle di quei primi incriccati swing, provati al freddo di una mattina di Gennaio, sotto lo sguardo fra il divertito e il comprensivo dei compagni di gioco e qualche commento a mezza voce della propria moglie, che ironizza sull'utilità delle ore passate a provare il putt sul tappeto del salotto.
Questo è l'impatto, ma poi la passione prende il sopravvento, le spalle cominciano a ruotare, per miracolo le mani si scaldano, il grip si aggiusta e qualche colpo comincia e partire anche dalle facce lucide dei ferri lasciati "riposare" qualche giorno in garage.
Tutta questa premessa, solamente per descrivere quanto può essere bello ritrovarsi una domenica mattina in un campo di golf: niente gara (ci mancherebbe pure l'umiliazione di uno score), solamente un campo, dei compagni di gioco e tanti colpi da tirare, provare e riprovare, senza la paura di dover salvare un par per non prendere la virgola, senza l'assillo di dover giocare il bastone più sicuro, senza dover fare per forza un drive lungo prima dell'inevitabile arrabbiatura, ma con la soddisfazione di poter anche giocare tutto un par 5 solo con i ferri e guarda caso, salvare un bel par senza sforzo...pensa in gara non mi riesce mai! 
Qualche coraggioso azzarda pure una scommessa, la classica birretta post giro, ma niente più: in queste giornate il golf non è più questione di giocare per vincere, è questione di ascoltare il suono di un bel ferro 3 portato in sostituzione dell'ibrido del quale ci si è disfatti prima di acquistarne uno nuovo, è questione di sorprendersi per la sensazione piacevole che da un vecchio pullover indossato sotto alla giacca iper tecnica arrivata per Natale e per il fatto che si riesce a marcare una pallina anche con un semplice marchino invece del solito vagone di monetaglia che ci si porta in tasca.
E' davvero bello, quasi un piacere, veder i propri fare un volo pessimo e riuscire a pensare che è quasi meglio, così se ne può provare un' altro, quello che in gara non si ha mai il coraggio di tirare...
Sì, per tanti appassionati questo è il golf di gennaio, quello che viene prima dei circuiti, dei piatti d'argento, delle liste d'attesa nel circolo aperto solo ai soci e nel quale fino al sabato sera non sai se potrai giocare: sembra quasi un bel gioco, non trovate? 

sabato 19 gennaio 2008

LA PALLINA DEI SOGNI


Prendo spunto dall'ultima pagina inserita nel nostro sito, Polosgolf.com, per una piccola riflessione: quante volte i clienti dei negozi come Polos ed i golfisti in generale, sottovalutano l'importanza della scelta di una pallina adatta al proprio gioco?
Certo, a tutti piacerebbe saper far volare una Pro V1 come farebbe un Tiger o un Ernie Els, sparandola a 300 metri, ma così come la scelta del bastone giusto è fondamentale, anche per le palline non si dovrebbe mai cercare di spingere troppo una pallina non adatta.
Ecco perché è importante farsi consigliare dal proprio commesso di fiducia. E non si tratta di comprare sempre la pallina più costosa, anzi.
Parlando con tanti amici golfisti e confrontando le impressioni raccolte con quelle che ogni giorno sono registrate dai nostri commessi, ci si accorge di come i golfisti passino l'inverno a pensare come sostituire i bastoni che magari l'anno prima non hanno, a loro giudizio, fatto pienamente il loro dovere. 
davvero in pochi si rendono conto che le reazioni di diverse palline al medesimo colpo possono essere davvero opposte: è importante lavorare sul proprio swing in campo pratica analizzando la tipologia del proprio gioco. Il tipo di volo di palla, l'effetto che naturalmente tendiamo a dare al nostro colpo standard: ad ognuna di queste informazioni corrisponderà un tipo di pallina differente.
L'importante sarà lavorare con serietà ed evitando un difetto di tanti golfisti: quella reazione naturale che ci porta a dire: questo colpo è stato un caso, non ne tengo conto perché normalmente il mio gioco è diverso...non sbaglierei mai così! 
E' importante tenere conto di ogni singolo colpo, proprio perché anche grandi campioni dallo swing super ripetitivo raramente riescono (quasi mai in realtà) a mettere due colpi esattamente uguali uno in fila all'altro!
L'offerta di palline presenti sul mercato oggi è amplissima, la prossima volta che entrate in un pro-shop soffermatevi qualche minuto a valutare al meglio le variabili, sarete sorpresi dall'effetto positivo che avrà sul vostro gioco.
Alla prossima,
Marco by Polos

giovedì 10 gennaio 2008

QUANTI PROBLEMI...

Cari amici,
mi scuso se ci siamo eclissati negli ultimi mesi! Mi sono reso conto che per implementare una realtà come il sito di Polos, ci vuole davvero tanto impegno e di tempi in questi mesi non ce n'è davvero stato troppo a disposizione!
Ma non vi preoccupate... come si dice anno nuovo, vita nuova! E così come d'inverno ci si allena per tornare in forma, anche Polosblog tornerà fra brevissimo con novità e una cadenza finalmente continua, nonostante virus e spamming siano sempre dietro l'angolo!
 

venerdì 31 agosto 2007

Ricominciamo

Eh sì, dopo un mese da ritmo "controllato"; dopo avere trovato nuove splendide scuse per un doppio bogie o per un birdie mancato...nell'ordine, moscerino, caldo, umidità, addirittura il colore del cielo della località di villeggiatura differente da quello di casa (!?!); dopo un PGA Championship vinto alla grande da un giustamente grande Tiger e del suo bilancio 2007 ci sarà modo di parlarne nel prossimo futuro; dopo tutto questo si può tranquillamente dire che è arrivata l'ora di ricominciare.

Ricominciare a lavorare certo, ma soprattutto dopo la pausa estiva, ricominciare a giocare nel nostro buon vecchio circolo di casa!

Insomma, chi ha potuto ha girovagato, Spagna, Portogallo, Francia, Americhe, Regno Unito, ma volete mettere ricominciare a macinare buche sul "proprio" percorso di casa, riprendere in mano il libretto delle gare, rimettersi a pensare che in fondo basterebbe una vittoria per chiudere fra i primi la classifica dello score d'oro e che forse siamo ancora in corsa per quella finale all'estero...

Sì, è vero che l'estate è il mese più caldo dal punto di vista atmosferico, ma settembre e ottobre sono mesi quasi bollenti dal punto di vista dell'agonismo golfistico! Prima che il fango ed il freddo comincino a disturbare lo swing, prima di poter dire "e ma questo con i green estivi entrava!" e dopo aver sperimentato quanto sia difficile fare punteggio su di un campo che non si conosce, ecco che l'occasione per qualche memorabile giornata corroborati dal un aria più fresca.

E poi da non dimenticare che esteticamente il golf in autunno è fantastico! Ma avete presente cosa diventano alcuni campi nostrani, quando le foglie cambiano colore, quando il sole cala più in fretta e si accorciano le giornate e si può giocare con quella splendida sensazione di tramonto imminente?

E' magnifico. Semplicemente magnifico.

Per quanto ci riguarda, noi di Polos, dopo qualche settimana di pausa, siamo pronti per offrire a tutti i nostri amici e clienti il massimo delle novità che arriveranno da tutto il mondo.

In questo blog non facciamo pubblicità (bè un pochino sì, ma perchè ci crediamo) non ve n'è bisogno. Ma accettate un consiglio. Se passate da Roma o Milano, o se siete in uno dei golf nei quali è presente un pro-shop Polos, passate a trovarci e provate con mano cosa sia la passione di Polos per i suoi clienti.

Vedrete come i nostri collaboratori sapranno rendere il vostro autunno sul green ancora più speciale.

Come sempre attendo commenti e critiche, se necessario. A prestissimo!

domenica 22 luglio 2007

L'incompiuta


Scrivo questo blog un po' di getto, pochi minuti dopo la fine di questa entusiasmante 136esima edizione dell'Open Championship. Bello, bellissimo, come e più di sempre!
Sembrava tutto pronto e scritto per un apoteosi spagnola: il grande Seve Ballesteros che a poche ore dall'inizio del torneo annuncia il suo ritiro là dove aveva trionfato per la prima volta, Miguel Angel Jimenez che si piazza da subito nel gruppetto dei migliori e tira fuori dal cilindro alcuni colpi da cineteca e soprattutto un Sergio Garcia che finalmente libero dell'ombra di Tiger Woods sembrava avviato a conquistare il suo primo major, proprio in quella Scozia che tanto lo ama, in quell'Europa della quale porta i colori ogni due anni.
Invece è stata una favolosa, emzionante incompiuta!
Sì perchè dopo tre giorni tutto sommato dominati, mentre Tiger annaspava alla ricerca di un gioco, mentre gli americani affondavano fra le pieghe di questo perfetto link, mentre le certezze e le speranze di tanti contender si accavallavano fra le buche, Garcia non sembrava cedere a quelle insicurezze che lo attanagliavano da mesi, stretto alla sua coperta di Linus dalla forma di belly putt targato Taylor Made.
Invece nel quarto giro, come da programma all'Open Championship e soprattutto in quest'angolo della contea di Angus, tutto è cambiato: Garcia è partito fortissimo e poi è inesorabilemnte calato, un grandioso Andres Romero ha dovuto prendere due mazzate sotto forma di doppio bogie prima di cedere il primo posto, dimostrando comunque un talento prezioso e tutto da sviluppare, ma soprattutto è salita alla ribalta la faccia da bravo figliolo, gli occhi spiritati del figlio d'Irlanda Padraig Harrington. Il suo gioco è stato, secondo me, di un abellezza assoluta fino a quando....fino al rieccheggio del fantasma di Van der Velde! Ma come? Ancora? Ancora un doppio bogie alla diciotto per perdere un open quasi vinto?
No, Stavolta alla spavalderia francese, si è sostituita 8 anni dopo, la cocciutaggine dell'Isola di Smeraldo: Harrington ha sopportato due voli in acqua ha chiuso con un sei che unito al 5 di Garcia li ha portati al meritato play-off e lì non ha più mollato la presa aiutato da un paio di putt malandrini dell'iberico che hanno solo baciato la sponda della buca, quando avrebbero potuto entrarvi.
Alla fine è stato bello così, con l'abbraccio al figlio Patrick, con la bandiera tricolore con l'emozione comunque di un nuovo major winner europeo!
Lo ammetto, pomeriggi come questo mi fanno dimenticare che mentre questi fortunati si stavano giocando il torneo più importante del mondo (anche se sotto la pioggia, chi se ne importa) io mi son dovuto limitare a passare l'aspirapolvere in salotto mentre non riuscivo a staccare gli occhi delle linee dei putt...