lunedì 3 marzo 2008

tesseramento e gare

Dopo aver parlato per qualche volta del golf dei grandi, dei pro, la domenica di tempo insolitamente primaverile (estivo per qualcuno) almeno al nord, mi ha fatto riflettere sugli effetti che in questo primo anno di sperimentazione ha portato il tesseramento libero.
Ieri infatti in tanti circoli della Lombardia, cominciava il primo mese di gare caratterizzate da sponsorizzazioni molto importanti, dopo le prime uscite di prova o le gare di circolo che le segreteria avevano messo in calendario per far scaldare un po' i propri soci.
L'atmosfera, per quanto ho potuto vedere, mi è sembrata ottima: tanta gente sin da subito, tante sacche lucide eredità probabilmente dei regali natalizi, qualche driver nuovo pronto per colpire e tanta, tanta voglia di giocare e di confrontarsi.
Quello che mi ha impressionato è stato il numero di giocatori, tantissimi sin dalla prima uscita. Questo mi ha portato ad una domanda: erano tutti soci nuovi? Quanti dei nuovi avevano cominciato da poco, usufruendo del tesseramento libero?
La segreteria mi è giunta in soccorso e le impressioni che ho raccolto mi hanno stupito.
Alcuni membri della commissione sportiva mi hanno confermato che effettivamente il numero dei golfisti che richiede ai circoli di potersi iscrivere ad una gara domenicale di uno dei "grandi" golf lombardi, ad esempio (ma il trend sembra essere lo stesso anche in altre regioni ad alta densità golfistica) è decisamente aumentato nel corso degli ultimi 12 / 16 mesi. Questo perché è aumentato sia il numero di golfisti tesserati (in pochi anni da 60.000 a quasi 100.000) sia il numero dei golfisti iscritti a campi pratica.
Fin qui nulla di strano, anzi meglio: più golfisti, più soci, più golf.
La parte che mi ha lasciato un po' di amaro in bocca è quanto ho appreso dopo: a seguito di questo aumento, non supportato da un proporzionale aumento di campi e strutture, i golf stanno adottando una politica protezionista, favorendo, come peraltro appare comprensibile, sempre più i propri tanti soci.
La conseguenza è che pare stia diventando sempre più difficile per un golfista trovare posto in gara fuori dalle mura del proprio circolo.
Voi direte, va bene si giocherà fuori gara. Eh no! Perché a condizione di non avere la possibilità di giocare durante la settimana, il sabato e la domenica ormai sono quasi sempre dedicati in entrambi i casi a giornate di gara in gran parte dei circoli.
Morale, l'aumento dei golfisti e la diffusione del golf stanno producendo come conseguenza il restringimento delle possibilità di giocare! (almeno fuori dal circolo d'appartenenza)
Un paradosso che va a cozzare con uno dei cardini del fascino del golf, quello di poter scoprire sempre nuovi circoli e nuovi percorsi sui quali mettersi alla prova.   
Mi piacerebbe davvero sapere se anche voi avete avuto medesime impressioni oppure se si è trattato solamente di un mio errato convincimento...fatemi sapere!

2 commenti:

Unknown ha detto...

Come non darti ragione :(
Chi come me (noi) in settimana deve lavorare, se non e' iscritto ad un circolo difficilmente riesce a trovare un posto in gara.
(il fuorigara nel weekend e' improponibile).
La soluzione sarebbe semplicissima, i circoli dovrebbero prendere le adesioni alle gare in base all'ordine di iscrizione senza favorire i "soci".
Basta dire "Le iscrizioni alla gara di domenica possono essere prese dalla ore 10:00 della domenica prima" Chi prima si iscrive gioca.
In questo modo l'essere "socio" sarebbe disincentivato.
Purtroppo sta accadendo l'esatto contrario :(

Marco Menghini ha detto...

Infatti, ma il discorso che i circoli fanno è: i soci pagano per essere tali quindi li dobbiamo favorire...
La svolta è proprio questa: i circoli dovrebbero campare non più sui soci ma sui tanti giocatori "pay 'nd play" come succede negli USA o in altre realtà...poi certo ci possono essere un numero di circoli davvero privati, ma si tratta di altra categoria.